Il Cda della Rai ha deciso all'unanimita' di inviare al Dipartimento Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico una "intimazione di pagamento" entro e non oltre 60 giorni per un 1 miliardo e 200 milioni di euro.
L'assunto della Rai e' che da quando e' in vigore la contabilita' separata la Rai ha un gap passivo per le prestazioni di servizio pubblico pari appunto a 1 miliardo e 200 milioni di euro.
Gli obblighi di servizio pubblico per gli esercizi dal 2005 al 2009 sono costati insomma 1 miliardo e 200 milioni in piu' di quanto la Rai abbia incassato dal canone di abbonamento. Soldi che la Rai ha investito nel servizio pubblico incassandoli dalla pubblicita' o da altri introiti.
Secondo Viale Mazzini il ministero avrebbe dovuto in questi anni determinare un aumento di canone per coprire questo sbilancio o diminuire gli oneri da contratto di servizio. Non avendolo fatto, secondo gli amministratori Rai, si e' reso debitore per la cifra in questione.
L'Associazione dei dirigenti Rai, Adrai, "non puo' che congratularsi - si legge in una nota - con il CdA", "L'azione intrapresa -sottolinea l'Adrai- e' una dei punti qualificanti (tra gli altri un nuovo modello di governance, il recupero dell'evasione, la configurazione giuridica dell'Ente) che i dirigenti ritengono essenziale per la stessa sopravvivenza del Servizio Pubblico televisivo".
Nel consiglio si e' parlato anche del 'caso Tg1', sia in relazione allo scontro tra il direttore Augusto Minzolini e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, sia in relazione alla vicenda giudiziaria che vede Minzolini oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Roma.
In merito alla vicenda giudiziaria, il Direttore generale ha informato il CdA di aver dato mandato ai legali della Rai di costuire l'azienda come parte civile.