Una revisione della commercializzazione dei diritti tv, partendo da un aggiornamento della legge Melandri. Un nuovo rapporto con il mondo delle scommesse, dal quale possono venire nuovi introiti per la Lega calcio. Il ruolo dei grandi attori di Internet come Youtube o Apple.
Questi alcuni dei temi al centro del dibattito ' I diritti del calcio in tv: dal decreto Melandri alle nuove piattaforme', che ha visto confrontarsi rappresentanti della Lega Calcio e dei principali broadcaster italiani, nell' ambito degli Screenings Rai di Firenze.
L' evento e' stato occasione per presentare il palinsesto per la Confederation Cup, che Rai1 seguira' interamente. La progressiva riduzione dello sport sulla tv in chiaro, dopo il passaggio su pay di Formula 1 e motomondiale, e' stato al centro della discussione. Il direttore di Rai Sport, Eugenio De Paoli, pur ricordando '' risultati importanti'' come il contratto di 5 anni con la Formula 1, di 4 anni con Rcs per il ciclismo e di 3 anni con Lega Calcio per gli highlights di serie A e la Coppa Italia, non ha nascosto i timori per le prossime Olimpiadi invernali e estive, '' i cui diritti sembrano al momento fuori mercato''. Sara' quello il prossimo scoglio per la Rai, che ha invece gia' in cascina i diritti per parte dei Mondiali di calcio 2014, sullo stesso modello del 2010.
Dagli operatori televisivi la proposta di modificare le modalita' di vendita dei diritti da parte della Lega Calcio. '' Si va verso una vendita dei diritti per prodotto e non per piattaforma - ha spiegato il direttore commerciale Rai, Luigi De Siervo -. Anche per fare questo la legge Melandri, che e' un po' datata, andrebbe rivista''. '' La valutazione sulla legge Melandri e' positiva, ma ora c' e' bisogno di una fase due che tarda ad arrivare - ha aggiunto Matteo Mammi', Sports Rights and Programming Director di Sky Italia -. Sky paga molto piu' degli altri per i diritti domestici e, anche a causa di una congiuntura negativa, i broadcaster non sono in grande forma. Se questo possa presupporre una diminuzione eventi trasmessi a fronte di un' esclusiva e' uno sviluppo che stiamo analizzando''.
All' ipotesi di una vendita per prodotto ha aperto Marco Bogarelli, presidente di Infront Italy, advisor della Lega Calcio. '' Se i broadcaster ritengono che cio' non portera' a un decremento degli introiti - ha spiegato - la Lega non fara' barricate''. Un giudizio negativo sulla legge Melandri arriva, invece da Mediaset.
"Nel 2003 il calcio fatturava 390 milioni di euro, oggi un miliardo di euro circa - ha spiegato Giorgio Giovetti, responsabile diritti sportivi Mediaset -. Cio' non e' figlio della legge Melandri, ma dell' ingresso di un nuovo player come Mediaset nel settore pay dal 2004. La legge Melandri ha creato lacci che nel tempo si sono evidenziati in maniera importante. La situazione ora e' molto critica per i broadcaster. Spendiamo molti soldi e abbiamo prodotto non voglio dire scadente, ma vedere spettacoli indecenti come quelli di serie A e' assurdo. Non c' e' paragone con la Premier League e noi paghiamo molto di piu'''.
'' Che il mercato italiano sia in crisi e' indubbio, ma il calcio non e' in crisi - ha replicato Bogarelli -. I risultati meno brillanti ottenuti da Sky e Mediaset sono frutto dell' insieme delle politiche commerciali di quelle societa'''.
Al centro dell' incontro anche il possibile sfruttamento delle risorse provenienti dal mondo delle scommesse sportive, che ogni anno fattura 4 miliardi. '' In Francia c' e' un contributo per la Lega - ha detto Bogarelli -. E' una strada che forse bisognerebbe cominciare a percorrere''. Bogarelli non ha escluso che alla vendita dei diritti tv partecipino in futuro anche gli operatori di Internet. '' Dipende dal prezzo, siamo laici - ha aggiunto -. Per il modello di business che ha, credo che YouTube difficilmente potrebbe partecipare, potrebbe essere invece interessata Apple tv''.