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Focus - Santoro chiude gli esordi dei talk show, é calo generalizzato

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Fonte: Adnkronos

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Televisione

Focus - Santoro chiude gli esordi dei talk show, é calo generalizzatoPer i talk show politici sembra finita un'epoca. La prima puntata della nuova stagione di 'Servizio Pubblico' di Michele Santoro ha chiuso le due settimane di esordi delle nuove edizioni dei talk show di approfondimento giornalistico, confermando quello che in molti, a partire dai diretti interessati, temevano: il genere, che già l'anno scorso aveva mostrato un deciso calo (con tutti i titoli in flessione, tra l'1,5 e il 3,5%), non tende a risalire e anzi, in molti casi peggiora di molto le performance, complice la moltiplicazione dell'offerta. Oltre a Santoro, cala 'Ballaro'' (e la somma del programma condotto da Massimo Giannini con quello nuovo di Giovanni Floris non raggiunge gli ascolti dell'anno scorso del talk del martedi' di Rai3), cala Corrado Formigli, cala Gianluigi Paragone, cala Nicola Porro. E viene sospesa dopo due settimane la nuova striscia preserale di Floris. «Assistiamo all'incredibile paradosso di un calo della domanda del pubblico a cui corrisponde un'incredibile moltiplicazione dell'offerta», aveva avvertito Santoro due giorni fa prima di inaugurare la nuovo stagione. E i dati gli hanno dato ragione.

Ieri 'Servizio Pubblico' ha lasciato sul terreno la metà dei telespettatori rispetto alla prima puntata dello scorso anno: share del 5.78% pari a 1.203.000 telespettatori contro l'11,43% di share con quasi 2.462.000 telespettatori realizzati nella prima puntata dello scorso anno, andata in onda giovedi' 26 settembre 2013. Meno vistoso ma sempre in flessione anche il dato di 'Virus - Il contagio delle ideè su Rai2 , che ad esempio nella puntata di ieri ha ottenuto 910.000 telespettatori, share 4.02% (ma la scorsa settimana, senza un concorrente diretto sullo stesso genere aveva totalizzato 1.084.000 spettatori, share 4.78%, e il 4 luglio 2013 aveva esordito in piena estate con 1.318.000, share 6,45%)

Ma l'effetto 'grande abbuffata' non basta a spiegare la disaffezione del pubblico È la fine dei talk? «Se ne fai due, dove ce ne era uno solo, è chiaro che si dimezzano gli ascolti», ha sottolineato ieri con il consueto pragmatismo Fedele Confalonieri. Un pericolo paventato dallo stesso Santoro, che nei giorni scorsi, ha scritto una lettera aperta al suo pubblico:«Non condivido -ha detto fra l'altro Santoro- la scelta di riempire all'inverosimile la programmazione di trasmissioni d'approfondimento, i cosiddetti talk, che con il venir meno nella società di grandi contrasti, e con la scomparsa dei partiti, hanno creato nel pubblico una specie di nausea e un vero e proprio rigetto».

E infatti l'effetto 'grande abbuffata' non sembra spiegare da solo la crisi di un genere, che risente certamente anche di un nuovo tipo di fruizione dell'informazione, nell'era 2.0, e della voglia di 'evasionè che contraddistingue spesso i periodi di crisi. Anche l'esordio del nuovo 'Ballaro'' condotto da Massimo Giannini su Rai3, che aveva fatto ben sperare alla prima puntata, alla prova della seconda puntata ha mostrato una violenta flessione. Il 16 settembre scorso, Giannini, che ospitava anche una rarissima intervista a Roberto Benigni, ha ottenuto nella prima puntata 2.503.000 spettatori e l'11.76% di share, staccando notevolmente il concorrente 'diMartedi'', condotto da Giovanni Floris su La7 e visto da 755.000 spettatori con il 3.46% di share. Ma alla prova della seconda puntata il nuovo 'Ballaro'' si è dovuto accontentare di 1.517.00 spettatori con il 6,53% di share e 'DiMartedi'' è cresciuto un po' ma si è fermato al 4,23% di share e con 968.000 telespettatori. E la somma dei due programmi è ben lontana dalla media di 'Ballaro'' della scorsa stagione (il 12,79% con una media di circa 3.297.000). Se a questo si aggiunge che la striscia quotidiana di 'Diciannovequarantà è stato sospesa dopo due settimane di ascolti esigui e Floris è migrato alla conduzione di 'Otto e mezzo', privo della conduttrice Lilli Gruber ferma per un'indisposizione, si capisce che il quadro non è certo roseo

In controtendenza solo Vespa e gli appuntamenti Mediaset Al trend negativo non si è sottratta nemmeno la 'Piazza Pulita' di Corrado Formigli: la prima puntata del 15 settembre scorso ha ottenuto 945.000 telespettatori ed il 4,59% di share mentre la prima puntata della scorsa stagione, nel settembre 2013, fece registrare il 5,70% di share media con oltre 1,1 milioni di telespettatori. Per non parlare dell'esordio della nuova stagione di 'La Gabbia' di Gianluigi Paragone su La7 nella nuova collocazione della domenica, che ha fatto segnare 459.000 spettatori per uno share 2.42%, contro gli 809.000 telespettatori, share 3.97%, dell'esordio dell'11 settembre 2013 (quando andava in onda di mercoledi' contro 'Virus').

In controtendenza, in questo contesto, sembrano esserci solo l'intramontabile 'Porta a porta' di Bruno Vespa, i cui ascolti sono sostanzialmente stabili rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, e i due talk Mediaset. 'Quinta Colonna' di Paolo Del Debbio ha esordito l'8 settembre su Retequattro con 1.013.000 telespettatori e il 4,9% di share crescendo rispetto alla scorsa stagione (l'esordio del 9 settembre 2013 era stato visto da 981.000 telespettatori con il 4,4% di share. Stesso discorso per 'Matrix' di Luca Telese, partito l'11 settembre scorso con 953.000 telespettatori e il 10,3% di share contro i 614.500 telespettatori e il 6,8% di share registrati nella prima puntata dell'anno scorso, il 10 settembre 2013. In entrambi i casi il trend di crescita riguarda tutte le prima tre settimane di programmazione fin qui andate in onda rispetto all'analogo periodo del 2013. 

«I talk show, oltre ad avere un effetto depressivo, sono anche ripetitivi e noiosi. Insomma, una cosa inutile. Gli italiani che si confrontano con la crisi economica più dura degli ultimi 50 anni trovano insopportabile ascoltare parole che non contengono uno straccio di soluzione, ne' per quanto riguarda i loro problemi personali, ne' per quelli generali del Paese». È quanto afferma all'Adnkronos Salute Massimo Di Giannantonio, psichiatra dell'Università di Chieti, che commenta cosi' il calo di ascolti dei talk show e, più in generale, dei dibattiti politici in tv. Secondo lo psichiatra, «la perdita di interesse nei confronti dei talk show è inversamente proporzionale all'aumento dell'offerta e alla inconcludenza di questa stessa offerta». Per Di Giannantonio, «non c'è nessun tratto distintivo tra i vari talk show in programma sulle reti nazionali. Si tratta - conclude l'esperto - di un format televisivo a basso costo che riempie l'etere di parole».

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