Ancora caos sul canone-Rai. Va pagato anche per i computer e i videofonini? Agenzia delle entrate, Rai, Guardia di finanza e ministero delle finanze insieme non sono riusciti a chiarire il mistero.
Alcuni sostengono che il canone vada pagato solo per l'apparecchio televisivo tradizionale, altri invece includono nella lista anche il registratore dvd, i videofonini, tvfonini, iPod e apparecchi mp3-mp4 provvisti di schermo, videocitofoni, decoder, videocamere e alcuni tipi di videocamera digitale.
La questione è ormai datata. L'aveva sollevata almeno un anno fa l'Agenzia delle entrate affermando che bastava l'idoneità di un apparecchio (videofonino o pc) a ricevere i programmi tv per far scattare l'obbligo del pagamento del canone.
E in assenza di chiarimenti l'ha riproposta ieri l'Aduc, l'associazione per i diritti degli utenti e consumatori, che nei mesi precedenti ha condotto un'indagine per capire quali apparecchio elettronici «atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni» siano soggetti alla tassa Rai. Arrivando a minacciare, in mancanza di risposte ufficiali, addirittura uno sciopero.
Dopo aver contatto numerose volte la Rai (servizio Rispondi Rai), l'agenzia delle entrate (deputata alla riscossione), la guardia di finanza (organo di polizia che controlla) e il ministero delle finanze l'Aduc non è riuscita ad avere due risposte uguali.
Dagli uffici della Rai sono arrivate solo indicazioni varie e contraddittorie che confermano comunque un'ampia interpretazione dell'espressione apparecchi atti o adattabili. Poi è stata la volta dell'amministrazione finanziaria che ha rinviato la questione alla Rai. Nessuna risposta infine neanche dal ministero guidato dà Padoa-Schioppa e dalla guardia di finanza.
A seguito dell'indagine senza risultati, l'associazione dei consumatori ha inoltrato una richiesta di chiarimento alla Rai e al ministero dell'economia, quest'ultimo oggetto anche di una interrogazione parlamentare presentata dall'onorevole Donatella Poretti (Rosa del Pugno) ma anche queste sono rimaste senza risposta. Di qui la richiesta ufficiale dell'Aduc di chiarimenti, questa volta direttamente al governo.
«Di fronte a questa incertezza accompagnata da una campagna aggressiva della Rai per il pagamento del canone», ha argomentato l'associazione in una nota, «saremo costretti a ricorrere a un metodo estremo di domanda: lo sciopero della fame».
per "Italia Oggi"