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Intervista a Luttazzi: dopo quello bulgaro, il secondo editto

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Fonte: Il Manifesto

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Televisione
Il ritorno di Daniele Luttazzi su La7 dopo l'editto bulgaro, ed è ancora censura. Cosa è successo?
Sono qui al montaggio della sesta puntata, e finché gli avvocati non mi mandano la comunicazione ufficiale della sospensione del programma vado avanti. Sto montando la puntata dedicata all'enciclica di Ratzinger... bellissima. Comunque, è successo che il direttore de La7 Antonio Campo Dall'Orto mi ha inviato un sms ieri sera a mezzanotte e quattro minuti che dice: «Scusami Daniele devo sospendere il programma perché non posso permettere che nella mia rete un conduttore insulti un altro conduttore». Io cado dalle nuvole... si riferiva alla battuta grottesca del monologo sull'Iraq, dove rispondevo a una ragazza che mi diceva come si fa a sopportare, dopo tutti questi morti in Iraq, che Berlusconi se ne esca con la frase «io ero contro la guerra». Come fai a sopportare una cosa del genere? Immagina Giuliano Ferrara dentro la vasca da bagno con Berlusconi e dell'Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caga in bocca e la Santanché vestita sadomaso che li frusta... Va già meglio no? Ora, questa è una battuta satirica che ho detto in teatro per quattro mesi di seguito durante la mia tournée. È una battuta di satira grottesca che ha lo scopo di far ridere, infatti il pubblico ride. Secondo Dall'Orto invece è un insulto. Quando sono riuscito a mettermi in contatto con lui, gli ho detto: Antonio, perdonami, ci deve essere un equivoco, quello non è un insulto. «No - mi ha risposto - questa sarà una tua opinione, secondo me è un insulto». Dico no, attenzione, non è una mia opinione, scientificamente il mio pezzo si inserisce nella tradizione satirica italiana. Ti posso portare pagine e pagine di Ruzante ma anche di Dario Fo che utilizzano questo tipo di immaginario e non solo, anche Rabelais, lo stesso Lenny Bruce... sono un nano sulle spalle di giganti. Se avessi insultano Ferrara, dicendo Ferrara tu sei così o cossà, lo capirei. E poi se aveva qualche dubbio, poteva telefonarmi subito... «E no - mi ha risposto Dall'Orto - perché se ti telefonavo, visto che hai un contratto 'carta bianca', mi potevi dire che ti volevo censurare». Ma non può mettermi in bocca o in testa i suoi pregiudizi. Perché nel monologo questo quadro grottesco di corpi uno sugl'altro faceva pendant con il quadro grottesco ma drammatico dei corpi di Abu Ghraib che ho mostrato nel programma. Ci ho messo un anno e mezzo per scrivere il monologo. Se mi si dice che è stato un insulto, per me è un'umiliazione.
 
Ma Giuliano Ferrara si è offeso? Ha protestato?
No, Antonio Dall'Orto mi ha detto che la decisione è stata solo sua... allora, a maggior ragione non capisco. Inoltre chiudere un programma satirico non è come chiudere il meteo e quindi gli ho detto che stava facendo l'errore più grande della sua vita. Con questa decisione, veramente campata per aria, stava distruggendo il lavoro fatto a La7 per tre anni, l'immagine di una rete libera.
 
La reazione è arrivata tardi, la puntata incriminata è di sabato scorso. Avevi avuto già altri problemi?
Campo Dall'Orto ha visto la puntata giovedì, la replica, immagino. Ma bastava telefonarmi. Se c'è un problema, se ne parla. Fino adesso non ho avuto problemi, di nessun tipo. Non solo, durante le registrazioni del programma ci sono i responsabili de La7, e nessuno ha preso la battuta su Ferrara come un insulto.
 
Pensi che ci siano state pressioni su Dall'Orto? Che il caso Ferrara sia un pretesto?
A tutti sembra un pretesto. Io però devo limitarmi a quello che mi dice. Ma la sua spiegazione è veramenite assurda e rende la vicenda molto più grave di quello che mi capitò a Satyricon. All'epoca, Berlusconi non voleva il controcanto e si poteva capire, c'era un motivo politico ben preciso. Adesso è veramente inconcepibile.
 
E rovina l'immagine de La7...
Mi hanno chiamato Corrado Guzzanti, Sabina Guzzanti, Loris Mazzetti, Stefano Balassone, Giuseppe Giulietti per dirmi la loro solidarietà e costernazione. Il Cdr di La7 mi ha telefonato, volevano dare la notizia a mezzanotte quando è uscita l'Ansa, ma gli hanno impedito di farla.
 
Ti sei meravigliato di questo intervento censorio, non te l'aspettavi?
Una doccia fredda, un fulmine a ciel sereno, andavamo d'amore e d'accordo. Il programma piaceva, aveva un ascolto incredibile. La7 il sabato sera fa lo 0,8%, con me fa il 4 e mezzo con punte di 9. Due milioni e 700 mila spettatori l'ultima volta.
 
Penso a un pretesto perché la trasmissione è molto forte, sconvolgente, ma nel senso migliore...
Ti ringrazio, ma lo ammette lo stesso Campo Dell'Orto: «Questo programma satirico è avanti di ventanni, mi rendo conto. - ha detto - Però non posso ammettere l'insulto». Ma non Io è. E, come amico, gli ho consigliato di ripensarci. La seconda volta che ci siamo sentiti, Antonio mi ha detto che intendeva sospendere il programma. Ha lasciato uno spiraglio. Vediamo questa settimana come matura la discussione, la riflessione. Sarebbe un peccato anche per il lavoro di 50 persone... lo staff di La7 è eccezionale e la squadra di Franza Di Rosa con la quale lavoriamo da Satyricon sta facendo delle cose incredibili. Mandare a monte questo tipo di esperienza è una cosa inconcepibile.
 
Mi racconti i contenuti della puntata che non andrà In onda?
C'è un monologo iniziale di 20 minuti, tutto dedicato all'enciclica di papa Ratzinger e alle ingerenze della chiesa vaticana negli affari dello stalo italiano, diritti civili, eutanasia, staminali... Battute e riferimenti a casi concreti, ovviamente. E poi c'è il tema della libertà religiosa, delle religioni che per me sono un plagio di massa. E poi nella seconda e terza parte del programma la religione si intreccia con l'analisi di temi legali al matrimonio. Ci sono i Cus con altri siparietti legati a vicende sentimentali, alla fecondazione artificiale. E l'attualità politica, per cui parlavo dello sconquasso all'interno del governo, del fatto che si è scoperto che la Cia ha rivelato che Ahmadinejad non ha in preparazione l'atomica dal 2003 quindi l'assurdità della guerra di Bush scatenata in base alle bugie. Parlavo del Dalai Lama che viene in Italia ma non viene accolto da nessuno perché vogliamo mantenere relazioni commerciali con la Cina... E quindi racconto della conferenza di Bali sull'ambiente. Prendevo posizione contro il nucleare e le balle che ci stanno raccontando in questi mesi per rilanciarlo. E poi una serie di gag estemporanee legate a questa visione un po' grottesca della realtà italiana. Il problema degli anziani, dei reietti, degli extracomunitari... La realtà italiana vista attraverso gli occhi di un autore satirico.
 
Un programma rivoluzionario per la tv, ma molti ti accusano di eccessiva volgarità...
Il Corriere della Sera è uscito subito con un pezzettino di Aldo Grasso che parla di «satira rancorosa» limitandosi ai primi minuti della trasmissione. Quando ci fu Satyricon dopo la prima puntata si cominciò a dire: Luttazzi è volgare, ha esagerato. Da parte dei bacchettoni, gli argomenti sono sempre gli stessi e cioè che la satira non deve offendere il buon gusto. La volgarità è la scusa principe, ma non a caso il programma si chiama Decameron. Ogni puntata è ricalcata sulle singole giornate del Decameron di Boccaccio, che a tre quarti del libro si prende uno spazio per confutare gli attacchi dei critici... Quando li vogliono tappare la bocca dicono sempre che sei volgare. Ma ho spiegato, nel programma, che la satira non è volgare, è esplicita. La satira mantiene la salutare oscillazione tra sacro e profano. Quando tutto l'immaginario viene invece bloccato sul sacro, il risultato e l'integralismo, cioè la religione che non ride e che vuole imporre agli altri i propri dogmi di fede. E la stessa logica dei talebani ed era il tema di questa puntata. La satira ha una funzione sociale importantissima, negare questa funzione è qualcosa di disumano.
 
Intervista di
Mariuccia Ciotta
per "Il Manifesto"

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