Vinta la guerra dei Dvd, Sony punta sulla micro tv
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: La Stampa
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HiTech
Sony ha vinto la guerra per lo standard che prenderà il posto del dvd: con Warner Bros passata dall?Hd-Dvd al BluRay, ha ora dalla sua parte oltre il 70 per cento degli studios di Hollywood. Battute Toshiba e Microsoft nel video ad alta definizione, dal Consumer Electronic Show di Las Vegas lancia una nuova scommessa, con una piccola tv dalla sigla anonima, la Xel-1, che è stata la vera star della rassegna appena conclusa.
Sottilissima (appena 3 millimetri), la nuova meraviglia della casa giapponese con i suoi 11 pollici è poco più di un gadget, visto che altri produttori hanno proposto televisori fino a 108 pollici. La novità è nello schermo Oled (Organic Light Emitting Diode), che garantisce nitidezza e contrasto eccezionali e un consumo di energia ridottissimo. Sony introduce sul mercato una tecnologia che molti concorrenti considerano promettente ma ancora da perfezionare: in fase di produzione sono elevate le percentuali di schermi difettosi, nel montaggio bisogna garantire una totale impermeabilizzazione perché sono sensibili all'umidità, e infine non si hanno dati certi sulla loro durata nel tempo. Per questi motivi, finora, gli Oled sono stati adottati solo su alcuni telefonini, apparecchi destinati ad essere sostituiti in pochi mesi.
In più c?è il costo: 2500 dollari, una cifra con cui negli Usa è possibile acquistare televisori a schermo piatto da 50 e passa pollici, sia Lcd che al plasma. Per questo gli altri grandi dell'intrattenimento da salotto hanno lasciato a Sony la prima mossa; prototipi di schermi Oled erano esposti anche negli stand di Samsung e Panasonic, ma di commercializzazione non si parla fino al 2010 almeno. Quella di Howard Stringer, primo presidente non giapponese di Sony, è una scommessa rischiosa, ma anche una strada obbligata: il pubblico non acquista più televisori tradizionali. Scartata la strada degli schermi al plasma, è poi partito l'ordine di cessare la produzione delle tv a retroproiezione, che non hanno mai avuto un gran successo. Così al è rimasta solo la tecnologia Lcd, che costa relativamente poco e garantisce ricarichi interessanti.
Ma Sony produce i suoi schermi in joint venture con Samsung, lasciando la ricerca e lo sviluppo ai coreani. Così i profitti scendono e nemmeno il 12 per cento in più di fatturato registrato nell'ultimo trimestre fiscale basta a rendere tranquilla la situazione finanziaria. «L'abbiamo presentato ora perché potevamo farlo», spiega Stringer. «Guardate Steve Jobs e al suo iPhone: qualcuno direbbe che in realtà non era pronto, ma lui voleva essere il primo».
Certo, sarà difficile battere il record di Apple (un milione di iPhone venduti in tre mesi), ma a volte a decretare il successo di un prodotto non sono tanto le sue qualità quanto la scelta del momento giusto per il lancio. Un esempio? Rio, il primo lettore Mp3, introdotto sul mercato nel 1998 dalla Diamond Multimedia: oggi l?azienda che lo produceva è scomparsa, schiacciata dal successo dell?iPod. Che è stato presentato tre anni più tardi.
Sottilissima (appena 3 millimetri), la nuova meraviglia della casa giapponese con i suoi 11 pollici è poco più di un gadget, visto che altri produttori hanno proposto televisori fino a 108 pollici. La novità è nello schermo Oled (Organic Light Emitting Diode), che garantisce nitidezza e contrasto eccezionali e un consumo di energia ridottissimo. Sony introduce sul mercato una tecnologia che molti concorrenti considerano promettente ma ancora da perfezionare: in fase di produzione sono elevate le percentuali di schermi difettosi, nel montaggio bisogna garantire una totale impermeabilizzazione perché sono sensibili all'umidità, e infine non si hanno dati certi sulla loro durata nel tempo. Per questi motivi, finora, gli Oled sono stati adottati solo su alcuni telefonini, apparecchi destinati ad essere sostituiti in pochi mesi.
In più c?è il costo: 2500 dollari, una cifra con cui negli Usa è possibile acquistare televisori a schermo piatto da 50 e passa pollici, sia Lcd che al plasma. Per questo gli altri grandi dell'intrattenimento da salotto hanno lasciato a Sony la prima mossa; prototipi di schermi Oled erano esposti anche negli stand di Samsung e Panasonic, ma di commercializzazione non si parla fino al 2010 almeno. Quella di Howard Stringer, primo presidente non giapponese di Sony, è una scommessa rischiosa, ma anche una strada obbligata: il pubblico non acquista più televisori tradizionali. Scartata la strada degli schermi al plasma, è poi partito l'ordine di cessare la produzione delle tv a retroproiezione, che non hanno mai avuto un gran successo. Così al è rimasta solo la tecnologia Lcd, che costa relativamente poco e garantisce ricarichi interessanti.
Ma Sony produce i suoi schermi in joint venture con Samsung, lasciando la ricerca e lo sviluppo ai coreani. Così i profitti scendono e nemmeno il 12 per cento in più di fatturato registrato nell'ultimo trimestre fiscale basta a rendere tranquilla la situazione finanziaria. «L'abbiamo presentato ora perché potevamo farlo», spiega Stringer. «Guardate Steve Jobs e al suo iPhone: qualcuno direbbe che in realtà non era pronto, ma lui voleva essere il primo».
Certo, sarà difficile battere il record di Apple (un milione di iPhone venduti in tre mesi), ma a volte a decretare il successo di un prodotto non sono tanto le sue qualità quanto la scelta del momento giusto per il lancio. Un esempio? Rio, il primo lettore Mp3, introdotto sul mercato nel 1998 dalla Diamond Multimedia: oggi l?azienda che lo produceva è scomparsa, schiacciata dal successo dell?iPod. Che è stato presentato tre anni più tardi.
Bruno Ruffilli
per "La Stampa"
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