Cinque anni fa nasceva Sky Italia. Era il 12 maggio del 2003 quando NewsCorp scelse Roma per presentare la sua pay tv nel nostro Paese. L'amministratore delegato Tom Mockridge fece il suo debutto negli studi di Cinecittà per svelare tutte le novità della piattaforma satellitare nata dalla fusione tra Stream e Telepiù, accompagnato da un Gianluca Vialli nella (allora) inedita versione di testimonial e commentatore sportivo.
E se Milano fu subito scelta come sede operativa del gruppo, le strutture di Stream a via Salaria divennero il cuore dello sviluppo di Sky a Roma. Oggi quasi 900 dipendenti, la direzione comunicazione, gli affari istituzionali, il canale ali-news Sky Tg 24, e quasi il 40% della messa in onda, si appoggiano nella capitale.
«A parlare sono senz'altro i numeri - afferma il vicepresidente di Sky Italia Andrea Scrosati - ma, oltre a quanto direttamente realizzato, autonomamente da noi, come vero valore aggiunto della nostra presenza a Roma, va considerato l'impatto sull'indotto».
Intorno a Sky ruotano infatti editori italiani indipendenti che realizzano qui decine di canali per la piattaforma. E intorno a Sky sono cresciuti i loro fatturati e il numero degli occupati. Con 12 canali in onda, Fox Channels Italy è passata dai 5 professionisti degli esordi ai quasi 200 di oggi.
Ma a Roma è presente anche il quartier generale di RaiSat che fornisce 4 canali in esclusiva a Sky (Extra, Premium, Cinema e Gambero Rosso) ed è cresciuto il giro di affari di Sitcom (Alice, Marcopolo, Leonardo, Nuvolari) e Digicast (Jimmy, Yacht & Sail, Caccia e Pesca, Moto TV) che nella città concentrano le loro produzioni e che creano un ulteriore indotto attraverso i service in appalto.
«Quando Sky ha fatto il suo debutto in Italia - spiega Scrosati - il mercato romano dei media era in una fase di sostanziale stallo. Penso che la nostra presenza abbia creato stimoli e dato sbocchi a professionalità che trovavano oggettive difficoltà a essere valorizzate. Oggi un giovane sceneggiatore può scrivere una fiction di successo come Boris, o può proporre un documentario a uno dei tanti Canali di Sky contando sulla nostra disponibilità a scommettere su innovazione e creatività».
Nuovi programmi
E proprio dalla capitale è partita la recente sfida sulla fiction d'autore. Sono infatti le case e le strade della città a fare da sfondo alle prime due serie prodotte da Sky in Italia.
Il prossimo 4 maggio su Sky Cinema andrà in onda il primo episodio di Quo Vadis Baby: 6 puntate da 90 minuti per la direzione artistica di Gabriele Sal-vatores prodotte in collaborazione con Colorado Film. Su 24 settimane di riprese, 21 sono state realizzate a Roma, mentre intéramente nel Lazio sono stati girati i 12 episodi di Romanzo Criminale, la trasposizione televisiva del romanzo di Giancarlo De Cataldo firmata da Michele Placido e prodotta in collaborazione con Cattleya.
Canale all-news SkyTg24
Ma Roma per Sky significa anche e soprattutto SkyTg24, il canale all-news italiano diretto da Emilio Carelli, premiato lo scorso anno come miglior telegiornale italiano. È infatti dalla capitale che vanno in onda le 66mila edizioni annuali di un Tg che impegna 435 persone, tra giornalisti (141), operatori, registi, tecnici e personale di produzione.
Tre studi a via Salaria, uno nel centro di Roma per gli aggiornamenti in diretta dai palazzi delle istituzioni, ma anche una grande presenza sul territorio, con 12 mezzi satellitari attrezzati per i collegamenti. Ventiquattro ore di diretta comprese le principali rubriche di approfondimento, tra cui Sky Economia di Sara Varetto, Pomeriggio di Maria Latella, Controcorrente di Corrado Formigli, e il canale Sky Meteo 24.
Secondo Scrosati «Roma è la sede naturale per un Tg che abbia l'ambizione di seguire i fatti della politica da molto vicino, proponendosi come sede naturale di un confronto aperto, franco è con un punto di vista sempre imparziale tra i protagonisti della nostra vita pubblica. Una sfida importante -prosegue - sin dalla sua nascita, vinta grazie al lavoro del direttore Emilio Carelli e della sua squadra. Una sfida - conclude Scrosati - quasi naturale: per chi, come News Corporation porta scolpita nella carta' di identità la sua principale mission».
"Nomen Omen", come avrebbero detto a Roma qualche secolo fa.
Pablo Rojas
per "Il Sole 24 Ore Roma"