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Romani: ''Switch off verso il DTT possibile anche prima del 2012''

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Fonte: Dow Jones / Ansa / Apcom

D
Digitale Terrestre
Paolo RomaniIl Governo ha "l'obiettivo di diffondere il digitale terrestre in Italia prima di quanto immaginato dall'esecutivo precedente". Lo ha dichiarato il sottosegretario allo sviluppo economico, Paolo Romani, nel corso di un convegno sul digitale terrestre.

"Forse con la legge Gasparri, che fissava la scadenza per il passaggio al digitale nel 2006 siamo stati troppo ottimisti", ha spiegato Romani, "ma chi ci ha governato in precedenza, potendo scegliere tra un arco temporale compreso tra il 2008 e il 2012 per lo switch off, ha scelto l'ultimo periodo".

Il sottosegretario con delega alle telecomunicazioni ha inoltre affermato che "non possiamo essere in ritardo anche in questo settore, come ha voluto fare qualcuno in precedenza".

Romani ha poi spiegato che "entro due mesi e mezzo verra' completata una road map in cui metteremo per iscritto le scadenza per il passaggio al digitale, e in quell'occasione capiremo di quanto si potra' anticipare la scadenza ora fissata al 2012".

Intanto, il modello per la diffusione del digitale utilizzato in Sardegna e in Val D'Aosta sara' replicato sull'asse Torino-Cuneo; nella zona della Pianura Padana per le province di Alessandria, Vercelli e Novara; in Trentino Alto Adige piu' la provincia di Bolzano, e a Roma e provincia che siglera' ad ottobre-novembre un'intesa con il ministero per diventare un'area "all digital" entro i primi mesi del 2009.

Il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale "ha un costo importante, per questo siamo disponibili ad attivare un tavolo di concertazione e a conferire risorse pubbliche".

Secondo Romani, pero', "l'investimento pubblico e' legato alla richiesta di chiarezza e garanzie sul tipo di investimento che gli operatori vogliono sostenere". Esistono infatti, "forti differenze nei costi di digitalizzazione, a seconda che questi vengano sostenuti da un grande operatore privato, dall'operatore pubblico, o dai piccoli operatori locali", ha spiegato Romani.

Partendo magari dalla semplificazione delle piccole cose, sostiene ancora Romani: "ho saputo ad esempio che vuole l'accordo di due terzi dei condomini per accertare il cavo, e' una fesseria". Quindi si partira' dalla mappa delle zone che passeranno al digitale terrestre, ma "esiste anche il problema dei costi. C'e' la Rai, c'e' un grande operatore privato, ci sono gli operatori locali, e ognuno indica una cifra diversa relativa ai costi degli impianti. Noi siamo disponibilissimi per un tavolo di concertazione e anche a reperire risorse ma dopo il confronto per fare chiarezza su come agire. Sono soldi che potrebbero andare a beneficio delle aziende ma pensiamo di porci anche il problema degli incentivi per i consumatori. Dopo lo stop Ue bisognera' studiare la questione e trovare uno strumento adeguato".

Per Romani "con cinque anni di legislatura e una maggioranza solida le ipotesi di sviluppo si possono affrontare", dice ancora Paolo Romani convinto pero' che per quanto riguarda l'Europa "nei nostri confronti si e' sedimentata un'idea che noi nel settore siamo un po' 'mariuoli', anche grazie al governo precedente. Siamo alle soglie del digitale e oggi l'Ue vuole ancora sapere se c'e' spazio per qualche operatore nell'analogico".

Ma il sottosegretario e' convinto che invece l'Italia "fara' il suo percorso non soltanto nel digitale terrestre ma anche nella banda larga, tema che merita a sua volta un approfondimento".

Alla domanda se gli incentivi pubblici possano essere indirizzati anche a favore degli utenti, il sottosegretario ha spiegato che il Governo sta studiando anche questa ipotesi

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