Alessandro Cecchi Paone: ''Questa tv dimentica la scienza''
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Il Sole 24 Ore
Dopo 10 anni di successi e di meritevole, perché non obbligatorio, servizio pubblico divulgativo, Mediaset ha sospeso i viaggi della «Macchina del Tempo».
La 7, come è noto, è in ristrutturazione. In tempi estivi tropicalizzati nessuno in Rai propone spiegazioni articolate sul clima che cambia. «Gaia» e «Terzo Pianeta» infatti non sono in onda. Altrove si parla di Ufo e di miracoli. Resiste invece la famiglia Angela, ma attenzione ai sommari delle trasmissioni. La fanno da padroni animali, storia e archeologia. I quark sono rimasti nel titolo, di spazio per il futuro e la tecnologia ne rimane poco.
Sono mesi che propongo di dare una rubrica televisiva a Umberto Veronesi, per la cui fondazione lavoro, perché racconti da par suo le novità prodotte dalla ricerca in tutti i campi. Ora è anche senatore, ma non c'è verso. Sembra un secolo fa quando Fabio Fazio portò a Sanremo il premio Nobel Renato Dulbecco, fra scetticismi e ironie.
Eppure il motivo di quella presenza era così evidente: la mentalità scientifica può diventare cultura popolare solo se passa attraverso i grandi appuntamenti della tv generalista. Perché è vero che oggi qualcosa di buono c'è su Sky, e do il mio contributo col canale che dirigo. Ma bisogna abbonarsi, e poi le logiche dei palinsesti tematici difficilmente consentono di stare sull'attualità scientifica. Allora che cosa fare?
Intanto non stupirsi se siamo precipitati sotto l'1% del Pil speso in ricerca, se siamo in coda nelle classifiche della diffusione di internet e computer, se è facile scatenare le piazze contro termovalorizzatori, ogm e alta velocità. Come potrebbe essere altrimenti visto che non appartengono al comune sentire, in quanto assenti dal lessico e dai contenuti della tv di massa, l'approccio empirico alla realtà basato sul calcolo costi/benefici, e su valutazioni statistiche e probabilistiche?
Ma tant'è: gli scienziati hanno imparato anche a fare spettacolo con le avventure della conoscenza; il pubblico ci sarebbe, eccome! Ho visto migliaia di diciottenni fare la "ola" per Margherita Hack. Il Paese avrebbe bisogno di non allevare solo aspiranti cantanti e ballerini. Ma chi dirige le tv non sente ragioni. Senza, apparente, ragione.
Alessandro Cecchi Paone
per "Il Sole 24 Ore"
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