Celentano: ''Noi nel bunker davanti alla tv'', rispondono Minoli e Bonolis
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Il Corriere della Sera, Adnkronos
Un sano divertimento mischiato a un senso di nostalgia come quella che provavano i soldati americani al fronte, dove di tanto in tanto gli veniva concesso di distrarsi dalla morsa della guerra, con uno spettacolo di varietà e di belle donne appositamente organizzato per loro. Brevi attimi di respiro dunque, per un'Italia nel bunker, decisa a non voler pensare (finché si balla) a chissà quali tragedie leggeremo l'indomani sulla striscia di Gaza. Ma per quanto gradito e frizzante appaia il tuo spettacolo, certo non è facile estraniarsi del tutto, come invece hanno fatto per decenni l'Europa e l'America.
Ma non volevo pensarci, ora siamo nel bunker al sicuro, mi dicevo, e dobbiamo goderci lo spettacolo. Ma l'ostentato buonismo fuori luogo del simpatico Sposini nel dare il voto ai concorrenti, mi faceva tornare alla mente l'Europa e l'America che non è certo per buonismo che loro invece se ne lavavano le mani dell'eterno conflitto fra i due popoli. Specialmente dei palestinesi, senza una patria i cui confini sono andati smarriti durante l'insediamento degli ebrei. Un insediamento che pur se ottenuto con la violenza ha avuto, a torto o ragione, il riconoscimento di tutte le nazioni per l'immane tragedia subita dai nazisti durante l'olocausto. Un gesto probabilmente dovuto agli ebrei, che così tanto han sofferto e non avevano un posto dove stare.
Ma come sempre accade, anche in quella circostanza il mondo si dimenticò e continua a dimenticarsi sempre dei più deboli. E non è difficile pensare che tali dimenticanze solitamente avvengono perché i più deboli non hanno soldi. E allora come si risolverà pensavo: i palestinesi hanno ragione, ma anche gli ebrei non hanno torto. Però ci sono più di ottocento morti di cui la metà sono civili, donne e bambini. Mi piacerebbe sentire il parere di questi ottocento morti. Loro senz'altro lo sanno di chi è veramente la colpa di tutta questa tragedia. E senz'altro ora conoscono anche il modo di come risolvere il contenzioso fra i due contendenti. Ma non possono parlare. Perché sono morti.
Cercavo una risposta a tutto questo, anche provvisoria ma era troppo difficile, come difficili erano ipassi sgangherati di Andrea Roncato, senza una direzione proprio come l'Europa e l'America. Per non parlare della Cina e la Russia. Loro ballano un altro tipo di danza. Quella del potere e del profitto ad ogni costo per i quali non basta più passare sul cadavere della madre. È molto più vantaggioso schiacciare la madre quando è ancora viva. Ma non voglio pensarci, mi ripetevo.
Preferisco guardare Andrea che balla come un macellaio, in fin dei conti lui pesta il parquet solo per dimagrire, e poi l'importante è mettersi in gioco di fronte a una giuria apparentemente severa ma comunque tendente al giusto, anche se a mio parere, dal punto di vista spettacolare avrebbe dovuto vincere la serata Corinne Clery, per la sua sexi spumeggiante allegria che ha versato nel primo ballo. Aveva fatto qualche errore sì, ma durante l'esibizione aveva messo a segno due o tre movimenti che offuscavano la piccola imprecisione. Brava Corinne! Ma più brava ancora è stata Milly!...
Adriano Celentano
per "Il Corriere della Sera"
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Paolo Bonolis commenta all'Adnkronos l'intervento di Adriano Celentano pubblicato questa mattina sulle pagine del Corriere della Sera:
"Non credo che gli italiani smettano di pensare alle stragi di Gaza anche se guardano un programma televisivo". "Non capisco perché Celentano ponga la questione in questi termini", prosegue Bonolis che sottolinea come "anche quando è andato in onda lui una parte dell'Italia è rimasta chiusa in casa per vederlo, eppure nel mondo succedevano certamente cose più importanti".
Resta il nodo della tv 'leggera', del suo ruolo rispetto ai grandi temi civili, all'attualità, e Bonolis annuncia che nel 'suo' Sanremo "molto probabilmente ci saranno delle 'finestre' per guardare alla realtà del mondo, al di là dello spettacolo".
Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational, invita invece Celentano a riflettere "sull'offerta televisiva nel suo insieme". Un invito 'forte' di quanto ha appena fatto, nei giorni scorsi, proprio quel pezzo di Rai di cui Minoli è responsabile: "Noi per cinque giorni di fila abbiamo messo in onda tutta la storia dei rapporti fra arabi, palestinesi, e israeliani, 30 anni di scontri e trattative raccontati con materiali esclusivi da 'La storia siamo noi', certo alle 8 del mattino".
Proprio da quell'orario, certo non da grandi ascolti, parte poi una riflessione più ampia di Minoli: "Penso che su certi programmi, soprattutto in certi momenti, si dovrebbe 'osare' di più. La tv dovrebbe essere più attiva, più incisiva. Il palinsesto è come il menabò di un giornale lo si può far evolvere in relazione ai fatti oppure, come avviene, lasciarlo pietrificato, questo è il vero problema. Serve - conclude Minoli - più elasticità per cogliere i problemi ed affrontarli, fornendo le informazioni necessarie a capire".
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