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Davide Mengacci: ''Sky non riuscirà a battere la tv generalista''

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Fonte: Il Secolo d'Italia

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Sky Italia
Fiorello, Panariello, Cuccarini e Mike Bongiorno approdano a Sky Uno. La televisione di Murdoch, sempre forte su calcio e cinema, ora sta puntando sull'intrattenimento di qualità. Ha ingaggiato le star e i volti più popolari del piccolo schermo per diventare concorrente dei canali generalisti di Rai e Mediaset «Il vento è cambiato - spiega Andrea Scrosati, vicepresidente di Sky Italia - non voghamo fare un canale generalista, ma intercettare quegli spettatori delusi dalla tv generalista». Per Rai e Mediaset è una sfida, o la strategia di Sky le metterà in ginocchio? Quale sarà, in sostanza, il futuro della tv generalista?
 
Davide Mengacci, conduttore di Mediaset, frena sugli effetti negativi che Sky potrebbe avere sulle tv in chiaro. «La presenza di artisti di grande livello - spiega - non aumenta automaticamente gli abbonamenti su Sky. Lo dimostrano i primi dati auditel di Fiorello, che sono esigui. Al massimo ci sarà uno spostamento interno, il pubblico di Sky forse sarà più attratto dai canali nei quali ci sono Fiorello e Panariello. Ma intaccare la tv generalista non credo proprio. Intanto - continua ancora Mengacci - chi ha un decoder è un telespettatore giovane, piuttosto evoluto, ha un profilo diverso dai telespettatori di Raiuno, Raidue, Canale 5, Italia 1, Retequattro e La7. Ho seri dubbi che conduttori bravi generalisti possano creare un notevole spostamento di telespettatori tra i due tipi di tv».
 
Per il conduttore di Retequattro, quella di Sky «è una bella operazione di immagine, costosa sia per i nomi che per i programmi, ma non significativa dal punto di vista numerico dell'ascolto. Generalmente Retequattro fa di più...». Allora quale sarà il futuro della tv generalista? «La crisi sulla tv in chiaro ci sarà ma non sarà Sky a causarla. La tv generalista è viva e vegeta fino al 2012. Poi, è molto probabile che lo scenario cambierà».
 
Per Mengacci lo spartiacque tra il vecchio e il nuovo si avrà quando la trasmissione analogica diventerà digitale: «A quel punto il grande pubblico della tv generalista, abituato a vedere i sei canali gratuiti, scoprirà che può vederne gratis altri settanta. Tra i quali ci saranno quelli dedicati alle sue passioni, come il golf, l'uncinetto, le bocce. Tutto ciò, da un punto di vista produttivo, provocherà uno sconvolgimento della televisione generalista che regge i costi delle sue produzioni sugli introiti pubblicitari. Quando l'ascolto della tv generalista verrà diluito e frammentato in decine di canali, anche gli investimenti pubblicitari si frammenteranno e allora la televisione avrà meno denaro per produrre. Perché gli stessi investimenti pubblicitari invece di essere spesi per sei reti saranno investiti in dieci, venti, reti. Quindi la quota prorete sarà ridotta».
 
Ciò, in sostanza, vorrà dire meno soldi per produrre programmi. «Gli spettacoli più costosi - conclude Mengacci - non potranno più essere prodotti. La tv generalista a quel punto è destinata a un cambiamento sostanziale. E dovrà attrezzarsi...».
 
Punta tutto sull'effetto-concorrenza l'attore e cabarettista Maurizio Casagrande: «Con la nuova sfida, la tv generalista è destinata a migliorare la sua qualità. La concorrenza di Sky, infatti, sicuramente porterà a un innalzamento del livello generale. Ci sono tanti spettatori che scelgono la tv a pagamento proprio perché hanno la possibilità di avere un'ampia possibilità di scelta. Però credo che ci sia spazio per tutti. La tv generalista deve rendersi conto che non esistono solo gli sponsor, esiste anche il pubblico. E il pubblico che sceglie che cosa vedere. Così con l'aumentare dell'offerta impara che cosa vedere e si fa meno influenzare nella scelta».
 
Casagrande pensa che tra Sky e la tv generalista sia possibile uno scambio. «Faccio un esempio - dice - se Raiuno fa un programma di storia bello, leggero, interessante è probabile che gli appassionati di History Channel lo trovino interessante e lo seguano. Quindi, solo aumentando la qualità dell'offerta Rai e Mediaset potranno competere con Sky. Perché se c'è l'offerta di qualità aumenta il pubblico. Qualcosa di analogo avviene con il teatro. Non sono tantissimi quelli che vanno a teatro, ma ci vanno e non si lasciano abbagliare dal nome. Vanno a vedere ciò che hanno scelto di vedere. Anche il digitale terrestre aumenta la possibilità dell'offerta. Ora, quindi, la Rai e Mediaset devono raccogliere la sfida e puntare sulla qualità per non perdere telespettatori».
 
Désirée Ragazzi
per "Il Secolo d'Italia"

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