«Il direttore generale della Rai Masi ha affermato che i canali di RaiSat scomparsi da Sky andranno sul digitale terrestre: ma questa soluzione, proposta ai sindacati per rassicurarli sul mantenimento degli oltre 100 posti di lavoro, è contro la legge, precisamente la Legge Gasparri». Vincenzo Vita, senatore Pd e consigliere di Vigilanza Rai, da sempre esperto dei temi della comunicazione, torna sul mancato accordo Rai-Sky.
Spieghi perché questa ipotesi violerebbe la Gasparri.
«La Gasparri ha una sua, pur blanda, disciplina antitrust, che prevede che nessun operatore del digitale terrestre possa trasmettere più del 20% dei programmi. La Rai è già vicina a questo tetto, con la trasmissione dei 6-7 canali RaiSat lo supererebbe automaticamente, violando la legge. I vertici Rai lo sanno?».
Che risposta si dà?
«Masi non è certo uno sprovveduto. Questa "svista" dimostra che la decisione di rompere con Sky era "a priori", motivata dall'alleanza con Mediaset, che è il vero concorrente di Sky. Masi ha partorito la proposta del trasferimento sul digitale dopo le proteste dei sindacati, ma con una certa improvvisazione. La realtà è che la trattativa con Sky non c'è mai stata. La Rai avrebbe avuto tutto il vantaggio, anche economico, a rinnovare il contratto. E invece ha deciso di fare la stampella di Mediaset, anche a costo di perdere 350 milioni in 7 anni: in una interrogazione a Scajola ho chiesto come la Rai intende recuperarli».
Il Dg Masi sostiene, al contrario, che dall'accordo ci avrebbe guadagnato Sky, in termini di abbonamenti, soprattutto in questa fase di passaggio al digitale terrestre in cui i canali Rai in chiaro saranno visibili solo col decoder.
«Il tema dell'assestamento del digitale terrestre è congiunturale, come un giornale che cambia formato. Quello di Masi è un argomento debolissimo, confonde un dato momentaneo con uno strategico, che è la presenza della Rai sulla principale piattaforma satellitare».
In fondo una violazione della legge non sarebbe una novità, ci sono sentenze della Corte Costituzionale sull'assetto radio-tv rimaste lettera morta per anni.
«È vero, in Italia, in particolare su questi temi, la legge è spesso un optional. Ma è grave se una violazione del genere viene decisa dai vertici Rai. Anche perché questa vicenda è una sorta di epifania del conflitto di interessi».
Anche i canali principali della Rai spariranno da Sky?
«Intanto i principali film e partite verranno progressivamente criptati, credo che alla fine sarà una conseguenza inevitabile di questa strategia sbagliata».
È favorevole alla proposta di una manifestazione per la libertà di stampa?
«Certamente sì, vorrei una grande manifestazione di piazza con tutte le forze di opposizione, le associazioni e i sindacati».
Articolo tratto da
"L'Unità"