Il Venerdtoriale - La verit sui programmi codificati Rai, nel ricordo di Mike
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: Digital-Sat (original)
Dovevamo iniziare oggi e oggi iniziamo, ma non possiamo non farlo partendo da Mike, colui da cui tutto è partito. Una scomparsa, la sua, che tutti piangiamo oggi e che faremo ogni qualvolta pigiamo il tast on del televisore, di cui lui è stato l'emblema di tutte le ere oggi in vita. Se n'è andato quando stava per tenere a battesimo il nuovo polo televisivo, quello satellitare di Sky, e nulla lasciava presagire il suo addio, così repentino, così inaspettato. Ci ha lasciati pochi mesi dopo Michael Jackson, tutt'altra personalità e una morte ancora avvolta dal mistero, ma entrambi stavano per ritornare sulle scene. In realtà Mike quelle scene non le ha mai abbandonate (se non per i pochi secondi dell'ultimo spot Infostrada quando lasciava solo Fiorello perché «l'azienda ha voluto così»). E anche noi pensiamo che non le abbandonerà mai.
Ciò premesso, torniamo al nostro tema di oggi che, come dicevamo anche domenica scorsa, trova ancora spazio su molti quotidiani. Proprio domenica abbiamo pubblicato, per la prima volta, l'elenco completo dei programmi criptati di Rai e Mediaset, lista che - sottolineiamo - è diramato con largo anticipo rispetto alla messa in atto della codifica.
Basta pertanto analizzare la tipologia di programmi che vengono oscurati per rendersi conto che di alcune serie tv di recente acquisizione (come ad esempio 90210, NCIS o Harper's Island) non sono stati acquistati i diritti internazionali, rendendo così necessaria la codifica. Stesso destino per molti cartoni animati di Raidue e per alcune pellicole datate di Raitre (anche se qui è difficile indagare sul complicato settore dei diritti cinematografici e le loro limitazioni).
Capitolo sport, quello più dibattuto: iniziamo dalla Nazionale. Sabato 5 settembre si è svolta Georgia - Italia, ed è stata criptata. Mercoledì 9 invece Italia - Bulgaria era visibile da tutti, italiani e non. Il motivo del mancato criptaggio non è, come scritto da alcuni, legato ad un dietrofront da parte della Rai per lo 'sgarbo' nei confronti degli abbonati Sky, ma il tutto è semplicemente legato al fatto che la prima fosse giocata in trasferta, mentre la seconda in casa. Per le gare giocate all'estero infatti la Rai provvede ad acquistare i diritti dalla federazione ospitante, mentre per quelle casalinghe dispone già di tutti i diritti, anche quelli per l'estero.
Diverso è il discorso dei contenitori con la possibilità di trasmetterli in chiaro (ecco spiegata la trasmissione senza intoppi sia della Domenica Sportiva che anche di Controcampo). Ma rimanendo in casa Rai lo stesso non sarà con la Champions League, a causa della diversa contrattazione dei diritti, e quindi oltre alle partite (come ad esempio l'attesissima Inter - Barcellona di mercoledì prossimo) saranno codificati anche i magazine di approfondimento post-gara.
La domanda però che ci facciamo è la seguente: chi è interessato dalle codifiche di questi programmi? La risposta, se fornita leggendo i molti articoli giornalistici di queste settimane, sembra essere chiara: gli abbonati Sky che prima vedevano tutto e ora vedono solo in parte. Vero, ma - anche qui - solo in parte. O meglio, non solo loro: i coinvolti sono anche quelli che dispongono di un banale ricevitore FTA per i canali in chiaro e tutta la platea satellitare estera che ha però accesso ai programmi di Hotbird.
E allora, ci chiediamo, perché tutto questo bailamme attorno a Sky? Beh, è semplice: fino a luglio era in essere il contratto che Rai e Sky avevano siglato per aggiungere la codifica NDS ai programmi da criptare che, è bene sottolinearlo, ci sono sempre stati. L'unica differenza è quindi che prima gli unici a subire i disservizi non erano contrassegnati da nessun comune denominatore, oggi trovato nel nome Sky per almeno 4,8 milioni di italiani.
La guerra quindi viene vista nel contesto di piattaforme, broadcaster e operazioni politiche, anche in virtù della nascita di TivùSat che ha realizzato quello che un tempo era possibile solo pagando l'abbonamento Sky: poter vedere la programmazione dei tre canali Rai senza interruzioni sul satellite. Qui si aggiungono altri canali appositamente nati per il DTT come Rai4 e soprattutto quelli di un 'competitor' come Mediaset, ragion per cui tutti gridano al complotto.
Alleanza industriale o politica che sia, la domanda invece da porsi è un'altra: perché non rinnovare l'accordo con Sky per la codifica NDS, facendo pur partire TivùSat? Si sarebbero avuti due sistemi diversi ma ugualmente validi per accedere ai programmi pregiati della tv statale, lasciando la scelta ai fattori costo (una tantum per TivùSat, mensile per Sky) e offerta suppletiva (la visione totale dei canali Mediaset per TivùSat, quella dei canali a pagamento per Sky). Fermo restando che la mission di TivùSat è servire chi non è raggiunto dal segnale terrestre.
E allora, rinnoviamo la domanda, perché mollare Sky per andare in esclusiva su TivùSat? Anche qui la risposta è semplice: per incentivare questa nuova piattaforma, non competitiva a Sky, ma potenzialmente un ulteriore bacino per allargare la platea di ascolto per i canali generalisti e tematici digitali e poterli così valorizzare al meglio con una più ricca copertura pubblicitaria (vedi l'esempio dei quattro canali RaiSat).
Insomma niente di nuovo sotto il sole, o quasi. Perché di fatto gli oscurati di Sky si lamentano, pur pagando un abbonamento per la visione di un numero sterminato di canali. Evidentemente però non abbastanza per essere preferiti ai tre canali di Mamma Rai.
per "Digital-Sat.it"
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