Nel VENERDÌTORIALE di ieri, parlando di Hulu, abbiamo scritto erroneamente che si trattava di un servizio a pagamento. Dopo aver ricevuto la segnalazione via mail di Francesco, che ringraziamo, precisiamo che non lo è ancora: «il sito è gratuito ed è finanziato esclusivamente dalle inserzioni pubblicitarie», ci ricorda il lettore. Ma la situazione potrebbe cambiare presto.
Proprio ieri il sito Punto Informatico scriveva un articolo sull'ipotesi, annunciata dalla News Corp di Rupert Murdoch, di introdurre il fattore pay anche in Hulu. Eccovi di seguito l'articolo a firma di Mauro Vecchio:
Un uomo di Murdoch ha detto che è giunto il momento di iniziare a far pagare gli utenti per il broadcasting di contenuti online: e questo non è sembrato nulla di particolarmente nuovo. Quello che invece Chase Carey (nella foto a destra), ex-presidente di News Corporation, ha detto di nuovo è che probabilmente nel 2010 Hulu si trasformerà in una piattaforma a pagamento.
Sarà dunque lanciato un modello di business a sottoscrizione che cambierà radicalmente il volto di quello che attualmente è un servizio video gratuito per guardare in streaming film e serie televisive. "Penso che un modello free sia la strada più difficile per catturare il vero valore dei nostri contenuti - ha dichiarato Carey durante un convegno all'OnScreen Media Summit - Hulu si accorda con un concetto base che deve evolversi, un abbonamento che sia significativo per un modello che deve essere parte del business".
Hulu è attualmente legato ad un modello free-to-air supportato dalla pubblicità, frutto di una joint venture tra NBC, Fox (di proprietà della stessa News Corp) e Disney. Eppure, stando alla visione di Carey, questo modello non darà frutti nel lungo periodo, bisognoso di una rivisitazione decisa sulla strada dei contenuti premium online.
Gli utenti statunitensi hanno mostrato particolare apprezzamento nei confronti della piattaforma video lanciata nel 2007, che ha nella propria programmazione serie di successo come The Simpsons e Lost. Carey ha specificato che non tutti i contenuti abbandoneranno il modello free, ma allo stesso tempo ha parlato di veicolare contenuti in una maniera che permetterà agli utenti di apprezzarne il vero valore. Pagandoli.
Mauro Vecchio
per "Punto Informatico"
per "Punto Informatico"