E l'unico comico in Italia sul quale il centrodestra non ha mai avuto nulla da ridire, per un semplice e banalissimo motivo: è il migliore. In realtà mai nessuno si è lamentato, sinistra, poteri forti, vip e vippini, imprenditori e banchieri. Perché quando fai ridere senza indossare maglie da guru, come fa la maggior parte dei colleghi, è difficile avere nemici.
Sky mette le mani su un numero uno assoluto. Corrado Guzzanti è in trattativa avanzata con la tv satellitare per approdare su Sky Uno a partire dal prossimo febbraio, con una ripresa del suo spettacolo teatrale "Recital". Una formula abbastanza simile a quella utilizzata per il Fiorello Show. La campagna acquisti di Murdoch delle star italiane va avanti e si arricchisce di un nuovo fuoriclasse dopo Fiore, Lucio Dalla (protagonista di 12 puntate di 25 minuti in prima serata su Sky Uno) e poi Lorella Cuccarmi e Panariello. Si vocifera anche dell'arrivo del Trio Medusa.
A tanti personaggi nazional-popolari si aggiunge un comico di razza come Guzzanti, quello che mette d'accordo conservatori e progressisti, intellighenzia e popolo, il fratellone che sta di parecchie spanne sopra le sorelle impegnate Sabina e Caterina. Tutti figli dell'ex senatore del PdL, Paolo Guzzanti, oggi passato nel folto club degli antiberlusconiani. Su Sky, Corrado ci aveva messo già un piede, con una piccola partecipazione nella sit-com di Fox "Boris", ma viene da un lunghissimo periodo di lontananza dalla televisione. L'ultimo suo "lavoro fisso" è stato all"'Ottavo nano" di Serena Dandini, la mamma televisiva che è tornato a trovare su Raitre a "Parla con me".
Serena non si diverte più come allora. Quando Corrado faceva imitazioni una più divertente dell'altra. Dal giovane coatto Lorenzo del "Pippo Chennedy Show" al mitologico Gianfranco Funari di «damme la cinque», al Venditti con cerone e occhiali fumé che cantava al pianoforte «il grande raccordo anulare».
DA RUTELLI A TREMONTI
I politici gli sono sempre riusciti alla perfezione, senza mai ricorrere alla volgarità e ai veleni. Non ha mai fatto la parodia di Silvio Berlusconi, e probabilmente è l'unico rimasto a non averlo mai colpito frontalmente. Troppo scontato, e poi in quello era già bravissima Sabina. Uno in famiglia basta e avanza. In compenso non ha risparmiato gli altri, a destra e a sinistra. Da Fausto Bertinotti al recentissimo Tonino Di Pietro che parla in molisano stretto e non si capisce assolutamente nulla di quello che dice.
Il suo Francesco Rutelli è dipinto come un Cavaliere camuffato, che pensando al risultato del conflitto elettorale pregava Silvio: «Se dovesse vincere la destra io gli dico; "A Berlosco', ricordate degli amici»; Tremonti è più acido che mai con i suoi "Povca tvoia" e «la gente si lamenta che non arriva a fine mese, e che è, una gara?». Il Bertinotti di Guzzanti voleva «cambiare il mondo ma abbiamo perso lo scontrino»; Veltroni parla di «questo nuovo media, internet, e della possibilità di parlare a persone dall'altra parte del mondo, mettiamo a un aborigeno. Ma il problema è: "Aborigeno, ma io e te che cazzo se dovemo di'?"»,
Corrado ha fatto scuola (pensiamo a Max Giusti e a Max Tortora, suo seguaci) e non è mai caduto nella "sindrome Luttazzi" del comico che si prende troppo sul serio e che fa del vittimismo la sua ragione di vita. Si, è stato lontano dalla tv, ma nessuno l'ha mai sentito parlare di epurazione. E questo l'ha reso più simpatico.
I suoi pezzi forti sono stati anche i personaggi di fantasia come la bionda Vulvia, star televisiva di Rieducational Channel e il geniale poeta Brunello Robertetti, autore di straordinari versi come: «Ho rispetto per gli omosessuali e i negri, purché i due fenomeni non si presentino contemporaneamente», oppure «San Francesco parlava agli uccelli, Jessica Rizzo anche».
A TEATRO
Nello spettacolo teatrale che porta in scena dallo scorso 31 marzo il comico "de Roma" ha proposto i pezzi cult, come il santone Quèlo, l'isterico Gianni Livore e il venditore di quadri in tv Armà. Due ore di monologhi e duetti con la spalla di sempre, Marco Marzocca e la sorella minore Caterina. I fan del comico impazziscono dal primo all'ultimo minuto, fino a sbellicarsi quando all'improvviso su uno schermo gigante parte un filmato con lo stesso Guzzanti nei panni di un incomprensibile Di Pietro. Un minuto di chiacchiere senza senso e smorfie che identificano alla grande il leader dell'Italia dei valori, il finale - quasi commovente - è dedicato ancora una volta a lui, Funari, mattatore anche in Paradiso a suon di: «Dammi "la uno"» fino a «L'Italia? Gna fa...». Ora è Guzzanti ad essere finito in Paradiso.
Alessandra Menzani
per "Libero"
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