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Lazio, niente rimborsi del canone per i disservizi post - switch off

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Fonte: Libero - Roma

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Digitale Terrestre
I telespettatori che nei giorni successivi al passaggio al digitale terrestre subirono danni e disagi nella ricezione dei canali non verranno risarciti. In alcun modo. Neanche col rimborso del canone Rai per l'anno 2009, come aveva invece richiesto il Codacons al tribunale di Roma. Che ha, appunto, respinto il ricorso, intentato contro Rai, Reti Televisive Italiane e Telecom Italia Media.
 
La sentenza è arrivata cinque giorni fa, e il giudice Angela Salvio ha rifiutato una ad una tutte le richieste avanzate dall'associazione in difesa dei consumatori. Perché, si legge in uno stralcio, «la parte ricorrente è ben consapevole che il passaggio dal sistema analogico alla trasmissione in digitale terrestre è frutto di una scelta legislativa di adeguamento alla normativa europea, e di una normativa applicativa delle disposizioni di legge emanata in via amministrativa. In sostanza», riassumono dal Codacons, «per il giudice siccome il passaggio al digitale è state previsto per legge, se i cittadini hanno subito disagi il tribunale non può farci nulla».
 
A convincere Carlo Rienzi a presentare ricorso le migliaia di segnalazioni ricevute. «Ci furono utenti che pei giorni non riuscirono a vedere la tv», spiega il presidente, «con il rischio di oscuramento, inoltre, per intere fasce della popolazione, che ancora oggi non riescono a prendere i canali Rai, Mediaset e La7 ed i rispettivi network». Una colpa da addossare, sempre secondo il Codacons «a un misto di carenze tecniche, scarsa informazione e problemi di varia natura». Che con quelle quattro pagine di ricorso l'associazione avrebbe voluto risolvere.
 
Tre le richieste principali: ordinare l'adozione delle misure tecniche che consentissero agli utenti l'accesso al sistema radiotelevisivo in tecnica analogica, oppure l'adozione di misure di immediato adeguamento tecnico o di compensazione dei danni subiti dagli utenti a causa dell'inefficienza delle misure allora adottate, ordinare alla Rai il rimborso del canone televisivo per l'anno 2009, ordinare, infine, a R.T.I. e Telecom Italia Media di mettere a disposizione di Codacons e di altre associazioni, uno spazio televisivo di almeno 60 minuti al giorno di informazione agli utenti su come ovviare agli inconvenienti.
 
La battaglia del Codacons contro il digitale terrestre era però iniziata assai primi di quel fatidico 16 novembre. Già da giugno, infatti, nel Lazio, non era più possibile vedere Raidue e Retequattro se non dotati di un decoder. In vendita presso i negozi di elettrodomestici a 49, 90 euro. Una spesa che, segnalò loro un cittadino, obbligata, anche per chi pagava il canone Rai. In sostanza, protestava il consumatore, «se pago il canone non è ammissibile che io non possa vedere il secondo canale». Da qui l'inizio di una battaglia legale, la cui risposta è arrivata l'8 gennaio scorso. Si legge nella sentenza: «È parimenti da respingere la richiesta avanzata nei confronti della Rai di restituzione del canone di abbonamento per il 2009 ai consumatori delle aree interessate», in quanto, spiega il giudice, «il canone ha ragione giuridica di imposta che viene rimessa all'Agenzia delle Entrate, e non è nella disponibilità della Rai. Senza considerare la genericità della pretesa, in assenza di un danno provato per un'intera collettività di utenti».
 
«Una motivazione», hanno commentato dal Codacons, «che dimostra scarsa sensibilità verso gli utenti e che non prende nemmeno in minima considerazione le difficoltà riscontrate dai cittadini, confondendo la legge che impone il digitale terrestre con le carenze degli operatori, la scarsa informazione all'utenza e i problemi tecnici che hanno caratterizzato l'intero passaggio».
 
Fabiana Ferri
per "Libero - Roma"
(13/01/10)

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