Sono poco meno di 45 milioni gli utenti di telefonia mobile in Italia. Dai dati pubblicati la scorsa settimana sulla Relazione annuale dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni risultano, per l'anno 2006, più di 80 milioni di linee attive nel Paese. Praticamente quasi due Sim card per persona.
Cifre da capogiro che rendono l'Italia il primo Paese al mondo per penetrazione dei servizi voce, pari al 140% della popolazione. Ma alla lista dei primati va aggiunto un altro record europeo: quello della maggiore fruizione di video in mobilità.
Sono 2,6 milioni gli italiani che guardano contenuti audiovisivi attraverso il telefono cellulare, il 5,8 per cento del totale degli utenti, la percentuale più alta in Europa. Ma quali sono i servizi a valore aggiunto, con quali terminali gli stessi sono a disposizione e quanto costano?
La prima precisazione riguardala tecnologia. La Commissione europea ha invitato gli Stati membri a utilizzare il Dvb-h come standard per il broadcast di contenuti audiovisivi. In sintesi si tratta di un sistema che ottimizza; per il telefono mobile, il digitale terrestre.
Per utilizzare questa tecnologia, però, non basta un normale terminale Umts, ma serve un "videofonino", cioè un telefonino in grado di intercettare il segnale digitale.
Ad oggi questi apparecchi non sono ancora di ampia diffusione, per cui, anche se il fenomeno è in crescita, l'uso di onesta tecnologia nel Paese ha ancora numeri ridotti. Tra i quattro operatori attivi in Italia è già utilizzata da Tim, Vodafone e «3».
Nella sostanza il telefonino riceve il segnale televisivo dei canali digitali e dà quindi all'utente la possibilità di collegarsi ai diversi palinsesti diponibili. Le offerte degli operatori sono ampie.
Ogni compagnia propone un pacchetto di canali che, in base alle singole scelte del gestore, variano tra Rai, Mediaset, una selezione di canali Sky, e canali monotematici per bambini, adulti e appassionati di sport.
Per selezionare l'offerta che meglio si sposa alle proprie esigenze è bene, quindi; valutare pacchetto per pacchetto in base al prezzo e ai servizi garantiti.
Va detto, però, che le offerte di servizi a valore aggiunto più convenienti sono, sempre legate a tariffe complessive dove non si paga il singolo programma o canale ma si accede a un'offerta ricca e articolata.
Volendo seguire un telegiornale dal cellulare, ad esempio, con Tim e con Wind è possibile pagando 0,50 euro con il primo operatore e 0,30 con il secondo.
Né Vodafone e né «3», invece, offrono il singolo servizio, proponendo in alternativa una connessione minima al canale (in Dvb-h) per 1 giorno a 1,90 euro nel caso di Vodafone e di 4 euro per una settimana nel caso di «3»,
In questo caso l'utente, oltre a guardare il telegiornale, può usufruire di tutta l'offerta di canali proposta dall'operatore: quindi informazione, sport e intrattenimento.
In ltalia, però, i servizi a valore aggiunto più utilizzati dagli utenti sono quelli on demand, cioè quei servizi che sono disponibili, su richiesta, in qualsiasi momento.
Per accedere a questi contenuti non ci si collega a un canale televisivo che ha un flusso preordinato di programmi, ma si attinge ad una sorta di library dove sono archiviati contenuti vari, anche in frequente aggiornamento.
Per i contenuti on demand vale lo stesso discorso della tv in Dvb-h: spesso conviene l'abbonamento al pagamento a consumo.
Per un tifoso dell'Inter abbonato a «3», ad esempio, scaricare l'ottantina di goal fatti dalla sua squadra del cuore pagando i video singolarmente, avrebbe comportato un costo di circa 48 euro.
Con l'offerta flat, invece, la sua spesa sarebbe stata di 10 euro, con un risparmio secco di 38 euro.
Rosalba Reggio
per "Il Sole 24 Ore"