Pubblichiamo la risposta (e la conseguente contro-risposta) all'intervista rilasciata ieri all'Unità dal sen. Vincenzo Vita (Pd) a proposito del mancato accordo Rai-Sky. Il mittente di questa missiva è Giancarlo Leone, vice direttore generale Rai con delega per iI digitale terrestre e le strategie multipiattaforma.
Caro Direttore, nell'intervista pubblicata dal giornale da lei diretto, Vincenzo Vita ha dichiarato una cosa inesatta, ovvero che con la trasmissione in chiaro dei 6/7 canali RaiSat, la Rai violerebbe la normativa anitrust prevista dal Testo unico sulla radiotelevisione (ex Legge Gasparri). I canali Rai-Sat trasmessi in modalità digitale terrestre nelle zone oggetto di switch off non sono 6 o 7 ma 4 (per la precisione Extra, Premium, Cinema e YoYo) e rispettano perfettamente la normativa vigente per il semplice motivo che il limite del 20% si applica ai canali che hanno una diffusione nazionale in digitale terrestre superiore al 50% della popolazione (e ciò è previsto non prima dell'estate del 2010).
Dalla prossima estate il numero complessivo dei canali Rai trasmessi in modalità digitale terrestre (12 in tutto) sarà anch'essa pienamente nei limiti previsti dalla normativa relativa alla penetrazione del segnale superiore al 50% della popolazione italiana, alla luce dello sviluppo complessivo dell'offerta già oggi ben noto a tutti. Attribuire pertanto a Rai una violazione di legge è pertanto non solo f uorviante in relazione alle sue strategia aziendali ma certamente lesivo dei propri comportamenti e profondamente inesatto.
Giancarlo Leone
Ho stima di Giancarlo Leone. Ciò premesso è bene chiarire che non si è detto che la Rai sta già violando la legge. Ci si è limitati a rilevare ciò che prevede l'articolo 43 della legge Gasparri sul limite di programmi che possono essere trasmessi da ciascuna emittente nazionale sulle frequenze terrestri (norma la cui applicazione è peraltro invocata anche in un esposto dell'Adiconsum sul rispetto del limite del 20% da parte dei diversi operatori nazionali).
Quanto alla richiamata questione del 50% di copertura della popolazione e delle reti digitali nazionali, la replica non contraddice il mio rilievo. Ricordo che in proposito c'è già stato nel 2004 un accertamento, debbo ritenere corretta per superare le eccezioni di costituzionalità mosse dall'allora presidente della Repubblica Ciampi al testo della stessa Gasparri. È augurabile che su tali temi non si innesti una discussione capziosa, bensì si risponda al quesito fondamentale: perché la rottura con Sky?
Vincenzo Vita