Il caso: la querelle Rai-Sky su Vancouver sollevata a dicembre da Digital-Sat
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: Digital-Sat (original)
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Sport
Personalmente non capisco. Non capisco come Sky si possa dire stupita per le dichiarazioni di ieri rilasciate dal direttore di Rai Sport, Eugenio De Paoli, alla presenza tra gli altri del Ministro degli Esteri, Franco Frattini, invocando un intervento della politica garantendo alla Rai la possibilità di trasmettere (quasi) "senza limiti" le Olimpiadi che verranno.
Non capisco dove stia la novità: già a Dicembre, infatti, lo stesso De Paoli aveva parlato davanti ad una platea di deputati e senatori riuniti in sede di Commissione Parlamentare di Vigilanza nelle audizioni, volute dal presidente Zavoli, per raccogliere i propositi dei nuovi direttori dei vari dipartimenti della tv di stato.
In quell'occasione - come ebbi modo di scrivere io stesso nel corso dell'ultimo Venerdìtoriale del 2009 - De Paoli era addirittura stato ben più esplicito: «Il CIO non impone a Sky le ore da cedere in chiaro, ma fissa semplicemente il minimo che è per l?appunto 100 per le Olimpiadi Invernali e 200 per quelle Estive. Sky si è attenuta al minimo. Per questo dico che basterebbe una legge che garantisse alla Rai di non dover sottostare ad una limitazione al minimo contrattuale. Il nostro obiettivo è di poter competere ad armi pari: loro hanno comprato l?Olimpiade? A noi sta benissimo, ma è pesante il fatto di avere una limitazione a 100 o 200 ore».
L'intento di De Paoli, per anni "team leader" della squadra olimpica Rai, è chiaro ed evidente: trasmettere a tutte le ore una selezione, senza vincoli, in diretta e in registrata, come già fatto in questi anni di monopolio olimpico. E' infatti saltato il concetto di "rete olimpica" tanto caro alla Rai, che avrebbe garantito la presenza di viale Mazzini su tutti i campi di gara.
L'offerta di Sky, decisamente differenziata, avrebbe aggiunto la possibilità di seguire non-stop tutte le gare, con canali dedicati, nuove potenzialità tecnologiche (Alta Definizione, ma non solo), team di commento "alternativi" e altre caratteristiche tipiche di una pay-tv a vocazione sportiva.
Potevano convivere queste due offerte? La risposta logica sarebbe sì, ma la regolamentazione - molto presente in un ambito come quello dei media - dice di no, perché nel contratto firmato col CIO Sky ha pagato anche l'esclusiva, parola chiave nel mondo dello sport televisivo, e la Rai ha firmato a sua volta un contratto per 100 ore. Evidentemente l'intervento politico sarebbe dovuto arrivare prima di ogni firma, ma l'urgenza per la Rai di firmare e garantire l'impegno olimpico - costato peraltro la cessione dei diritti dei Mondiali di Calcio a Sky - ha condizionato in modo irreparabile la questione.
Adesso che alle Olimpiadi manca meno di un mese la lotta verbale si riaccende, nella speranza che però, all'accensione del tripode a Vancouver, si possa tutti riporre l'"ascia di guerra" e tifare uniti per i colori azzurri, «stringedoci forte e volendoci tanto bene» (cit.).
Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
per "Digital-Sat.it"
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