Perché, accanto ai signori del sofà, tra satellitare, digitale terrestre, Iptv (e per le aziende la web tv), cresce da poco un ulteriore modello che si pone l'obiettivo di accompagnare le abitudini dei consumatori in ogni passaggio della giornata. Un mercato che tra l'anno prossimo e il 2011 dovrebbe arrivare a soddisfare 60 milioni di utenti in tutta Europa, 500 milioni in tutto il mondo sui due miliardi totali di utenti cellulari. Insomma molto più di quanto si pensava in occasione dei primi timidi tentativi di massificazione del prodotto, era l'estate del 2006, proponendo agli utenti italiani i goal dei Mondiali di Germania sul cellulare. Allora fu un flop, ma oggi qualcosa di meglio c'è.
Intanto, anche se a fatica, c'è uno standard tecnologico che va affermandosi: è il Dvb-H (digital video broadcasting - handheld, trasmissioni video digitali per supporti mobili), voluto inizialmente da Nokia e suggellato dalla Ue stessa la scorsa estate, con una presa di posizione molto forte a livello comunitario, che politicamente ha messo fine, ma solo in parte, alla battaglia tra lo stesso formato e gli avversari del T-Dmb (terrestrial digital multimedia broadcasting, standard utilizzato prevalentemente in Corea del Sud, e in Italia scelto anche da Rai Way per la sua mobile tv) e del MediaFlo (di casa Qualcomm).
Il Dvb-H, tecnicamente, permette di ricevere segnali televisivi digitali in mobilità, e lo fa unendo gli standard dei video digitali a quelli del protocollo internet. Dunque le immagini viaggiano suddivise in singoli pacchetti e si ricompongono, in questo caso nel cellulare e non nel computer, per la fruizione sul piccolo schermo, e con una qualità ottima.
Tutto dipende solo dalle aree coperte: per esempio qui in Italia la copertura del Dvb-H fornita da Tim corrisponde a circa al 70% della popolazione italiana, e in generale riguarda tutte le grandi città. Mentre la sua offerta, attraverso apparecchi Samsung che supportano anche la rete Umts, comprende i programmi di alcune reti televisive (da Canale 5 a Sky, con cui per altro lavora anche Vodafone) e le partite di calcio di Serie A oltre ad alcune europee. Anche 3 Italia offre con la sua Pocket Tv 12 canali differenti visibili su schermi da 4,3 pollici, e l'interessante funzione time shift per mettere in pausa i programmi in diretta.
Lo standard europeo continua dunque la sua diffusione e vede le sue prime applicazioni commerciali nazionali, ma dietro l'angolo si prepara già il successore: il Dvb-Sh (digital video broadcasting satellite services to handhelds), che integra, migliorandole, alcune caratteristiche del Dvb-H. Prima tra tutte la qualità di ricezione, poiché la versione «satellitare» funziona meglio negli ambienti chiusi e nelle situazioni esterne critiche o di mobilità estrema. Anche l'Italia, grazie alla collaborazione tra Alcatel-Lucent, 3 Italia e Rai sta partecipando a una sperimentazione del nuovo standard: il primo test si concluderà a fine marzo nella città di Torino. Ma anche questo standard dovrà, come è avvenuto al fratello maggiore, superare poi l'esame della Commissione Ue.
Eva Perasso
per "Finanza e Mercati"
(31/01/08)
per "Finanza e Mercati"
(31/01/08)